Cellulari, wi-fi e danni alla salute

Cellulari, wi-fi e danni alla salute

A distanza di pochi giorni sono state pubblicate due notizie legate all'utilizzo di cellulari e wi-fi. L'uso prolungato del cellulare, come ha riconosciuto la Cassazione pochi giorni fa, può provocare seri danni all'organismo umano sino all'insorgere del tumore al cervello, l'esposizione ad alte concentrazioni di onde elettomagnetiche, come denunciato da Codacons in relazione ai treni, può causare altrettanti disagi se non conseguenze dannose.

Il Codacons ha presentato un esposto alle Procure della Repubblica di Roma, Milano, Torino, Bologna e Firenze, ai Ministeri dell'Ambiente e della Salute e all'Arpa, chiedendo di disporre la disattivazione del wi-fi su tutti i treni nelle tratte in cui vengono superati complessivamente i limiti fissati dalla legge, e qualsiasi altro intervento per il rispetto delle soglie massime all'esposizione magnetica ed elettromagnetica (http://www.cadoinpiedi.it/2012/10/09/sui_treni_con_il_wi-fi_lesposizione_alle_onde_supera_i_limiti.html).
(segue)


La Cassazione riconosce per la prima volta in Italia un legame diretto tra l’abuso di telefoni cordless e cellulari e il cancro al cervello. Una sentenza della Suprema Corte ha imposto infatti all’Inail di riconoscere l’invalidità professionale a Innocente Marcolini, manager bresciano, che ha contratto un tumore dopo anni passati sempre al telefono per lavoro. E’ stato riconosciuta anche la ”maggiore attendibilità” degli studi epidemiologici indipendenti rispetto a quelli “cofinanziati dalle stesse ditte produttrici di cellulari” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/18/cassazione-cancro-provocato-dal-cellulare-riconosciuto-legame-diretto/386387/).

Il tema è ampiamente dibattuto da anni. A fronte di continui richiami ad un corretto e moderato (nel caso dei bambini deve essere nullo) uso di questi strumenti e nuove tecnologie, così interessanti e semplici da utilizzare, la grande industria e anche parte della comunità scientifica hanno sempre minimizzato l'esistenza di danni alla salute umana.
Qui di seguito ripropongo un passo del volume "L'educazione ambientale. La terra il nostro ecosistema", edito nel 2008, in cui riportavamo, Anna Fiore ed io, le conclusioni di uno studio del 2007:

Senza dubbio però, va assunto un atteggiamento precauzionale ad opera di ogni singolo cittadino affinché l'organismo non sia sottoposto a campi di elevata intensità, ovvero di molto superiori al già alterato campo magnetico di fondo.
E' dunque opportuno ridurre i tempi di esposizione a qualsiasi fonte di radiazione: evitare ad esempio di guardare troppo da vicino e troppo a lungo il televisore, lavorare troppe ore al computer (in particolare per quei computer con monitor a tubo catodico), dormire in prossimità di elettrodomestici in funzione.
Sempre più studi scientifici dimostrano una chiara correlazione tra l’insorgere di forme tumorali al cervello o patologie dell’orecchio e l’uso del cellulare.
Un recente studio condotto da due scienziati svedesi, su soggetti che hanno usato il cellulare per un’ora al giorno, per dieci anni, per un totale di 30 duemila ore, ha dimostrato che tali individui hanno il 20% in più di probabilità di contrarre una patologia come il neuroma acustico e il 30% in più di sviluppare una forma tumorale al cervello. Lo stesso studio ha dimostrato che anche l’uso eccessivo del cordless può provocare l’aumento di tali patologie (Studio realizzato dai professori Lennart Hardell e Kjell Hansson Mild, pubblicato sulla rivista Occupational Environmental Medicine, 2007).
Pertanto una buona norma è quella di ridurre al minimo l’utilizzo del cellulare e vietarlo ai bambini. Per fonti di radiazioni elettromagnetiche più elevate, come i trasmettitori e i ripetitori, ci sono normative regionali e nazionali che tutelano il cittadino. Le più restrittive sono stabilite dal decreto interministeriale n. 381 del 10 settembre 1998 che tiene conto per la prima volta anche degli effetti dovuti ad esposizioni prolungate, soprattutto per soggetti sensibili quali bambini, donne in gravidanza, portatori di handicap.

Tratto da: A.Fiore, B.Benocci, L'educazione ambientale. La terra il nostro ecosistema, Sarno, Edizioni dell'Ippogrifo, 2008





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