medicina integrata










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5 febbraio 2012

ricevo e pubblico

ECIM 2012, in Italia il prossimo Congresso Europeo di Medicina Integrata

Il V Congresso Europeo di Medicina Integrata si svolgerà a Firenze, al Palazzo dei Congressi di Villa Vittoria, dal 21 al 22 settembre 2012 e sarà inaugurato il 20 settembre con una cerimonia nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. L'evento è promosso dalla Regione Toscana, Direzione generale dei Diritti di cittadinanza e coesione sociale, insieme all'Università Charité di Berlino, l'Institute for Social Medicine, Epidemiology and Health Economics e in collaborazione con l'Università degli studi di Firenze, le altre Università toscane, l'Ordine dei Medici regionale, l'Agenzia Regionale di Sanità, con il patrocinio di numerosi enti e istituzioni nazionali e internazionali.
L'ECIM costituisce il principale appuntamento europeo e internazionale per medici, operatori sanitari, ricercatori e aziende del settore sui temi dell'efficacia delle medicine complementari/non convenzionali e della loro integrazione con la medicina convenzionale. Obiettivo dell'edizione italiana dell'ECIM è favorire lo scambio fra ricercatori e clinici e promuovere l'incontro e il confronto tra le esperienze d'integrazione delle medicine complementari/non convenzionali nei Servizi Sanitari Nazionali dei Paesi del centro e nord Europa, con l'esperienza dei Paesi dell'area mediterranea. Nell'ambito del congresso si terranno numerosi eventi di società scientifiche nazionali e internazionali.
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6 febbraio 2012

ricevo e pubblico

Statistiche

Indagine Eurispess, i report vanno letti con intelligenza

di Carlo Di Stanislao
A giudicare dai dati bruti, in termini assoluti, secondo l'ultimo rapporto Eurispess (pubblicato il 28 gennaio scorso), decresce in Italia la richiesta di medicine complementari, con un calo del 4% nel 2011, rispetto all'anno precedente e con l'omeopatia al primo posto per fruizione (70,6%), seguita da fitoterapia (39,2%), osteopatia (21,5%), agopuntura (21%) e chiropratica (17,2%). Ciò che però il rapporto non dice (e non spiega) è che questi dati sono relativi ad un paese in cui, tranne poche, fortunate eccezioni (Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Lombardia e Val D'Aosta), le prestazioni sopra indicate non sono convenzionate ma a pagamento. E poiché la ricchezza individuale fra il 2010 ed il 2011 è calata di molti più di quattro punti, il calo è solo relativo. Per rendersi conto di ciò, basta guardare gli andamenti di fruizione fra 1999 e 2007, cioè sino a quando, con Sirchia, le medicine non convenzionali sono uscite dai livelli minimi di assistenza o guardare al numero di prestazioni che alcune realtà ospedaliere (Pitigliano, S. Paolo di Napoli, etc.), erogano giornalmente. Di recente Elio Cardinale, sottosegretario alla Salute, ha detto che bisognerebbe parlare di PIL della felicità e non solo di PIL economico, in quanto in questo periodo non è importante solo quanti soldi hanno in tasca gli italiani, ma anche quanto sono sereni. E, negli ultimi tempi, difettano entrambi i "prodotti", con ampie ed evidenti ripercussioni comportamentali.
Tornado al rapporto, esso ci dice che non siamo un popolo di salutisti, ma di persone che si prendono cura moderatamente di se'. La conclusione di Eurispess vede come centrale e necessario il ritorno ad una buona politica, che sappia operare giuste ed eque scelte economiche ma, aggiungiamo noi, anche sanitarie e sociali, di basso costo, di alto impatto, gradite e alla portata di tutti. Nel 2010 l'Eurispess sostenne, nel suo rapporto, che la crisi finanziaria non avrebbe inferto colpi irreparabili all'economia italiana e che sarebbe stata di breve durata; ora sappiamo che si sbagliava, perché non teneva conto di molti fattori, fra cui la ricchezza e il senso di fiducia individuali. In quel rapporto (2011), interrogati sul grado di soddisfazione nei confronti del costo del ticket, il 32,4% degli italiani rispose di esserlo poco, il 22,7% di non esserlo affatto, il 27,8% di esserlo abbastanza e l'11,3% di esserlo decisamente. In totale, dunque, esprimevano un giudizio negativo riguardo al costo del ticket il 55,1% degli intervistati, mentre il 39,1% si diceva abbastanza o molto soddisfatto del prezzo stabilito per il pagamento dei servizi messi a disposizione dalla macchina sanitaria italiana. Ma questo dato acquisito non è incrociato con la spesa necessaria per afferire a interventi non convenzionati e, pertanto, i fuori dalla portata di molti, in un paese in piena recessione.
da: Omeopatia33 del 2 febbraio 2012, Anno 6, Numero 2

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