Città ecosostenibili
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foto di B. Benocci |
Propongo questo articolo pubblicato dal Corriere.it (8 maggio 2012) con grande piacere, visto che finalmente anche in Italia si inizia a parlare seriamente di recupero degli immobili esistenti.
"Urbanistica, il futuro passa dalla rigenerazione sostenibile"
L'edilizia si salva solo con la riqualificazione dell'esistente. Perché anche le case hanno una scadenza temporale.
MILANO - Città efficienti e ben collegate fra loro, edifici
sicuri e rispettosi dell’ambiente, spazi pubblici come isole verdi. Non è
Utopia ma l’Italia del futuro dopo un piano di rigenerazione urbana
sostenibile. Un progetto ambizioso per ripensare il territorio nato dal Cnappc (Consiglio nazionale architetti pianificatori paesaggisti e conservatori) con l’appoggio dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) e di Legambiente.
COSA VA MALE - Leopoldo Freyrie,
presidente del Cnappc punta l’accento sui problemi delle città: «Ci sono
difficoltà di mobilità, nel ciclo dei rifiuti e gli agglomerati urbani
appaiono isolati, non abbastanza in rete tra loro». Freyrie rileva anche
una tendenza eccessiva alla settorializzazione negli interventi
governativi: «Non abbiamo bisogno di un piano casa, uno per l’energia e
uno per le città. Questa visione ristretta ha fatto sì che sia stata
spesa una montagna di soldi negli incentivi per il fotovoltaico. Poco
più di un palliativo se le case non sono efficienti da un punto di vista
energetico».
RINNOVABILI E RIQUALIFICAZIONE - Gli impianti per la produzione di energie rinnovabili e la riqualificazione, ossia l'ammodernamento degli edifici già costruiti, traineranno il mercato delle costruzioni nei prossimi tre anni secondo il rapporto diffuso dal Cresme (Centro di ricerche economiche, sociali e di mercato per l'edilizia e il territorio.
La necessità della riqualificazione è legata alla volontà di abbattere i
consumi energetici, a fattori idrogeologici, all’età avanzata delle
case (oltre la metà ha più di 40 anni), alle cattive condizioni delle
abitazioni (per il Cresme oltre 250 mila edifici sono in condizioni
pessime e più di due milioni in condizioni mediocri).
MANCANZA DI CONSAPEVOLEZZA - Un
altro dato emerso dal rapporto del Cresme è la mancanza di
consapevolezza degli italiani riguardo allo stato effettivo delle
proprie abitazioni. Per esempio tra coloro che abitano in una zona
sismica, la maggior parte crede di vivere in un’abitazione costruita
secondo criteri antisismici, mentre è risaputo che solo una risicata
percentuale delle abitazioni costruite in zone a rischio di terremoto
dispone di misure in grado di garantirne la stabilità. Proprio per
aumentare la consapevolezza dei cittadini, il Consiglio nazionale degli
architetti ha pensato di mettere appunto una app per smartphone per
verificare le condizioni della propria abitazione. Sarà gratuita e
consentirà, tramite semplici quiz, di effettuare un primo controllo.
INQUINAMENTO INDOOR - Inoltre, tra gli intervistati, è emersa scarsa sensibilità riguardo ai temi dell’inquinamento indoor,
ossia dell’inquinamento che riguarda l’interno di case, uffici e luoghi
di ritrovo. La mancanza di informazione su questo tema è
particolarmente preoccupante visto che gli italiani passano l’80 per
cento del proprio tempo in ambienti chiusi.
STRUMENTI - Il sogno di una vita,
ottenuto a costo di grandi sacrifici, non ha una durata eterna. Freyrie
sottolinea: «Le case hanno una durata che va dai 50 ai 90 anni. Molte
delle case costruite negli anni Sessanta dispongono di impianti che sono
ormai a fine vita». Per Freyrie «sono necessari strumenti normativi,
tecnici e finanziari. Il governo ha già dato una risposta positiva, il
ministro Passera si è impegnato a fare un piano per le città
considerando edifici e spazi pubblici insieme. Le risorse finanziarie si
possono reperite all’interno del progetto stesso, facendo sì che le
banche attribuiscano un valore economico alla riqualificazione degli
edifici».
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